[…]
cosa resta
corridoi piedi e gambe
in punta di dita dentro le mani
i morsi della parola hanno fame
le sedie gli occhi dentro le finestre
scisse della città
piastrelle colorate a pietre
specchi e mura
nella capigliatura delle forme
di una pelle resa anca
dove tenerti stretto
da lupa
senti il respiro con l’orecchio
nel torace che sblocca
l’aria assume i nomi delle cose
assorbe costiere di labbra
e ciglia cadenti come alberi
non siamo qui noi soli
vi sono le dita curve degli anelli
le rocce di pomi d’Adamo dove impreca
l’aria prima d’uscire o scendere
al varco del mio seno
mentre tu dormi.
[…]
*