e ti dico
da dire nel nulla ricamano le parole
le gole, il vento che strappa qui
nei nomi le trasparenze – vedi,
partono silenziosi i volti ad est
prima d’ogni viaggio: dicono che siamo
rimasti a sedere sulla sabbia,
dicono che il legno marciva accanto
di pioggia ed odori salmastri
come del resto piove ancora. dicono che sei
lontano e non rimani ma scendi e sali
nelle vetrate di lunghe giornate.
ma fissa qui la mano sente il ticchettio
di luci a neon che stanno morendo
e tu sei lì, nella fessura di tagli
obliqui di cielo, senz’aria.
*
Più ti leggo, più resto affascinata dall’eleganza della tua voce.
Grazie.
e.
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grazie a Te, sempre 🙂
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