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avremmo camminato lungo il muro, aperto la bocca
per ingoiare l’amaro che prestano i farmaci;
avremmo poi sparso le braccia ed i capelli
in un cerchio di dondolii lunghi da vertigine.

non fosse l’ora, andrei correndo giù e su per le scale,
ubriaca degli specchi che ricordano spettri
sanguinanti di altre vite. non c’è futuro
nella casa dove ti ho lasciato vegliare la strada.
ad aspettare, il vento ritorna
e dei lunghi addii nemmeno l’ombra.

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